Come vengono impiegati gli scarichi di vegetazione e la sansa?

ma che fine fanno tutti i residui che si hanno dopo la lavorazione delle olive?
il nostro frantoio spreme le olive con il metodo di lavorazione a freddo ( sotto i 28 gradi) e, oltre alla materia prima , ogni frantoio produce anche questi rifiuti:
  • acque reflue di lavaggio. Le olive, prima della loro molitura, vengono lavate. L’acqua che si ottiene dal lavaggio delle olive è di colore grigiastro e contiene granellini di sabbia o terra.
  • acque di vegetazione. Esse vengono prodotte nella fase di molitura , sono costituite dall’acqua contenuta nell’oliva e da quella che può essere aggiunta durante la lavorazione. hanno un colore marrone quando appena prodotte, poi diventanno di colore nero e dense, con un odore molto forte di olio.
  • sanse. Non sono altro che ciò che resta delle olive dopo la spremitura ed i noccioli frammentati. Tutte le sanse prodotte durante la lavorazione delle olive sono umide, di colore marrone simili a dei granelli di terra.
Destinazione dei residui
ARPAT è l’ente che si occupa di sorvegliare e controllare la gestione degli scarti dal momento della loro produzione. Questo può avvenire con modalità diverse , quindi, scelte operate dal produttore, che  deve agire in modo chiaro nel rispetto della normativa di settore.
Solo le acque reflue di lavaggio possono essere scaricate nelle fognature pubbliche,  oppure in acque superficiali.

In alternativa le acque reflue di lavaggio possono essere raccolte con le acque di vegetazione, destinando il tutto alla utilizzazione agronomica (cioè disperse in terreni agricoli) . La legge 574/1996 permette l’utilizzazione agronomica di acque di vegetazione e di sanse umide e detta le condizioni, le modalità ed i divieti per gli spandimenti sui terreni.

Per le sanse il loro impiego risulta essere diverso: infatti quelle a minore umidità vengono consegnate ai sansifici che completano la filiera della lavorazione delle olive, mentre quelle più umide vengono impiegate  nei terreni agricoli.